Intervento del 14 Settembre 2005 Resocontazione: Grazie Presidente, Presidente della Giunta, assessore alla sanità, il mio intervento sarà breve perché sono senza voce, quindi ho difficoltà nel parlare. Non entro nella parte della discontinuità, perché credo che questo intervento debba essere fatto dal collega Verzaschi. Voglio prendere alcuni cenni che lei ha fatto, che trovano anche la mia condivisione, se realmente lei li porta a regime. Farò dei piccoli flash, perché proprio non riesco a parlare. Quando lei ha parlato della necessità della razionalizzazione, io sono un sostenitore della razionalizzazione, lei deve dare atto che in provincia di Latina è stata realizzata. All’ospedale di Minturno abbiamo chiuso il reparto di medicina e chirurgia, trasferendolo a Formia; stessa cosa è stata fatta a Gaeta, diversificando le due strutture, chiudendo con coraggio alcuni reparti. Abbiamo creato a Cori un ospedale di comunità, dove i medici di famiglia possono curare direttamente i propri pazienti. Altro progetto che condivido, perché è fondamentale che i medici di famiglia possano seguire i proprio pazienti anche all'interno degli ospedali. Negli ospedali di Formia e Gaeta abbiamo diversificato, perché bisogna sapere razionalizzare, non è il numero degli ospedali a determinare una buona sanità, ma la capacità di razionalizzare e portare all'interno delle province tutte le specializzazioni, evitando quel pellegrinaggio che sono costretti a fare i cittadini delle province e parlo, in particolare, della provincia di Latina, venendo io da quella provincia. Condivido, pertanto, e mi auguro che lei possa portare avanti questo progetto di razionalizzazione e di compensazione, anche dei posti letto, di quelle specializzazioni che non si trovano nelle province. La provincia di Latina non ha posti per le persone in coma, non ha posti per i malati di Alzheimer, non ci sono posti di lunga degenza. E questa è un’assurdità che cittadini che pagano le tasse siano costretti a correre molte volte, quasi sempre, dietro a noi politici per andare ad elemosinare un posto nella capitale. Noi vogliamo che le Province possano avere la propria autonomia e debbono avere la propria autonomia sanitaria. Nella sua relazione su questo aspetto è stato preciso, quindi io voglio credere che lei porterà avanti questa esigenza, come l’esigenza dei pronto soccorso. In proposito, dobbiamo entrare nell'ottica che i Pronto soccorso siano il fiore all'occhiello degli ospedali e, quindi, mandarvi le migliori professionalità e non i ragazzi appena laureati che, ci mancherebbe altro, debbono lavorare ed integrarsi. Tuttavia, soprattutto nei periodi estivi, quando la popolazione, come ad esempio nella mia Provincia, arriva ad 1,5 milioni di abitanti, non deve succedere di trovare, nei pronto soccorso, ragazzi neolaureati, non ancora in grado di poter decidere cosa fare del paziente. Dobbiamo, allora, realmente mettere mani a questo sistema. Questo, però, può essere fatto, a mio avviso, solo se noi cambiamo la legge dei concorsi. Non è possibile che i medici vincano un concorso e, senza autorizzazione, con il solo nulla osta di un'altra ASL si possano spostare. Questo crea problemi alle Province, che finiscono per avere sempre una vacanza di posti per cui si fanno concorsi, vengono vinti e i vincitori, successivamente, si spostano. Nei pronto soccorso non vogliono rimanere perché, chiaramente, si fanno le turnazioni e si lavora molto di più e per questo bisogna intervenire con incentivi economici, anche nei pronto soccorso. Anche la differenziazione stipendiale deve prendere campo all'interno degli ospedali. Chi lavora nel reparto accettazione non può essere remunerato come chi opera, come chi si prende delle responsabilità. Così, certamente, potremo migliorare il livello sanitario della nostra Regione, della nostra Provincia, svolgere quel servizio per il quale siamo stati eletti. Quindi modificare anche la norma concorsuale, fare in modo che ci sia una presenza almeno di cinque anni, come è previsto per tutti i funzionari e dirigenti scelti con i concorsi pubblici, dopodiché i vincitori possono fare domanda e, per mezzo del nulla osta, essere trasferiti, non come avviene oggi. Come lei avrà già avuto modo di capire, questi sono cancri fondamentali della sanità, dal punto di vista del funzionamento. Allora, dobbiamo metterci mano, in qualità di Presidente della giunta lei deve intervenire per dare ancora più forza al suo assessore che lavora in questo settore, con le università, non è possibile che in questa Regione noi abbiamo difficoltà per alcune specializzazioni, parlo in particolare degli anestesisti, i quali, purtroppo, hanno anche un contratto nazionale a parte. Noi siamo sempre sotto organico perché le università non ampliano il numero degli iscritti in modo da poter consentire, nel tempo, una quota sufficiente di specializzati in questo settore. Queste sono cose importanti, cose serie a cui noi dobbiamo mettere mano realmente. Credo che su questi aspetti non debba esserci divisione politica, perché si lavora per creare una funzionalità degli ospedali, delle strutture sanitarie, decongestionare la Capitale e consentire anche alle province di avere dei servizi, e allo stesso tempo si decongestiona la Capitale anche da quelle persone che vengono fuori dalle province per avere una assistenza sanitaria. Lei ha parlato della provincia di Latina e della realizzazione del nuovo ospedale, è importantissima la realizzazione dell'ospedale del Golfo, io ne sono un promotore da sempre, ma non voglio che si faccia demagogia, rispetto a grossi progetti sul territorio, presentati in conferenza stampa, non da lei, su un’indicazione vecchia dell’architetto Renzo Piano e dell'allora ministro. Piuttosto, mi auguro che si faccia una struttura ospedaliera, per la quale sono state stanziate anche delle somme, ma non corrispondenti alle necessità per realizzare un ospedale. Infatti, sono stati stanziati circa 20 miliardi di vecchie lire per potere iniziare a ragionare sulla realizzazione di questo ospedale, che rappresenta una necessità, per fare in modo di dare certezze sanitarie ai cittadini e agli stessi professionisti della sanità, evitando che quella ASL continui ad avere delle emorragie di pazienti che si recano a sud della nostra provincia, in Campania, creando una scompenso anche economico alla ASL e alla Regione stessa. Assessore, richiamo la sua attenzione sulla necessità di procedere anche alla realizzazione di un nuovo ospedale a nord della provincia, il capoluogo, la città di Latina non può più andare avanti con la struttura che ha; che si faccia attraverso un progetto di finanza, che si faccia con finanziamenti pubblici, ma è impellente la realizzazione anche di questo ospedale, che consenta a bacini importanti, come la città di Aprilia, la quarta città del Lazio che non ha strutture sanitarie, di poter orbitare su questa struttura nuova, unitamente alla città di Cisterna, la sesta città della provincia di Latina, e di poter usufruire di una struttura sanitaria competente. Ebbene, se lei assessore riuscisse a portare avanti questa iniziative, avrà il mio voto, ma credo anche il voto degli altri, perché si parla di buona sanità. Credo, però, che difficilmente lei ci riuscirà, perché la politica su questo non ha colori, si trovano accordi, anche a discapito, purtroppo, della funzionalità delle strutture. In maniera molto corretta bisogna dirle queste cose, ci vuole coraggio nel farlo. Per quanto mi riguarda, se ciò che lei ha detto oggi in Aula, allorquando ha citato questo incarico a quelle cifre, mi dissocio da questo atteggiamento, da chi ha diretto le ASL. Chi dirige le ASL ha un dovere primario, quello di far funzionare e coordinare i servizi sanitari, non quello di trovare alchimie politiche per poi consentire parcelle di questo genere ma, soprattutto, evitare anche, come molte volte accade, di duplicare incarichi per la stessa attività, perché, ad esempio, un legale non va più bene. Allora, che si eviti anche questo atteggiamento. Credo, comunque, che la sanità in questa Regione, negli ultimi cinque anni, pur con grandi difficoltà, ha fatto dei passi avanti. Rispetto a quello che lei ha detto nella relazione, mi auguro che, se lei riuscirà ad attuare parte di quello che ha detto, si continuerà ad andare avanti. Io auspico che questo avvenga, non ritengo corretto, da una parte e dall'altra, parlare di ciò che si è fatto, chi ha finanziato, perché, se ogni cinque anni stiamo qui a guardare ciò che ha fatto il predecessore, noi non andremo mai avanti! Noi dobbiamo avere la capacità di lavorare rispetto a quello che è il vostro programma, che in alcuni aspetti può trovare anche la condivisione dell’intera Aula consiliare, se questa viene messa nelle condizioni di migliorare in maniera concreta, nei fatti, quelle norme che, purtroppo, oggi non consentono di realizzare interventi radicali in campo sanitario. L’ultimo punto, lei l’ha citato benissimo, è quello della diagnostica. Perché non funziona la diagnostica nel pubblico? Dobbiamo dirci, purtroppo, che anche lì non ci sono norme corrette e purtroppo anche qui dobbiamo denunciare che molte volte, all'interno degli ospedali, non si fa attività diagnostica perché troppe persone lavorano all'esterno con ditte private. Ci vuole il coraggio di denunciare anche questo, se vogliamo risolvere il problema. Altrimenti, non si capisce perché un privato riesca a fare 35, 38 prestazioni di TAC o risonanza al giorno e le strutture pubbliche riescono a farne 7, 8 o al massimo 9. Io non mi scandalizzo se iniziamo a pensare anche ad un sistema di esternalizzazione di alcuni servizi, che possono essere fatti anche da terzi, all'interno degli ospedali, ma sotto gestione e convenzione sanitaria delle ASL e della Regione, e fare in modo che in ospedale si faccia l’ospedalizzazione, che è importante. Lei ha anche parlato di telemedicina, lei avrà saputo che noi l’abbiamo fatta applicare, nella nostra provincia, alle isole, e dà effettivamente dei risultati. Ci sono alcune cose positive che devono essere messe in campo, che la passata Giunta ha cercato di mettere in campo. Poi, ripeto, per tutta la discontinuità, quelle cose negative, anche su quella delibera credo che debba intervenire il nostro collega Verzaschi, che ha gestito la sanità, e darci delle spiegazioni in merito a ciò che lei ci ha detto. Se questo è vero, è veramente qualcosa di mortificante per chi ha dato l’appoggio a quella conduzione sanitaria. Io vi ringrazio e concludo, perché davvero non ce la faccio. Voglio dirvi che, se si fa e se si è intenzionati a fare una sanità vera, che modifichi le normative e che ci consente realmente di dare qualità professionale e migliorare i servizi, questa non ha colorazione politica. I programmi possono essere diversi, ma il traguardo è comune a tutti, quello di migliorare la qualità dei servizi e creare le condizioni, affinché i cittadini possano avere un servizio sanitario, il più efficiente possibile. Grazie.
Grazie Presidente, Presidente della Giunta, assessore alla sanità, il mio intervento sarà breve perché sono senza voce, quindi ho difficoltà nel parlare. Non entro nella parte della discontinuità, perché credo che questo intervento debba essere fatto dal collega Verzaschi. Voglio prendere alcuni cenni che lei ha fatto, che trovano anche la mia condivisione, se realmente lei li porta a regime. Farò dei piccoli flash, perché proprio non riesco a parlare. Quando lei ha parlato della necessità della razionalizzazione, io sono un sostenitore della razionalizzazione, lei deve dare atto che in provincia di Latina è stata realizzata. All’ospedale di Minturno abbiamo chiuso il reparto di medicina e chirurgia, trasferendolo a Formia; stessa cosa è stata fatta a Gaeta, diversificando le due strutture, chiudendo con coraggio alcuni reparti. Abbiamo creato a Cori un ospedale di comunità, dove i medici di famiglia possono curare direttamente i propri pazienti. Altro progetto che condivido, perché è fondamentale che i medici di famiglia possano seguire i proprio pazienti anche all'interno degli ospedali. Negli ospedali di Formia e Gaeta abbiamo diversificato, perché bisogna sapere razionalizzare, non è il numero degli ospedali a determinare una buona sanità, ma la capacità di razionalizzare e portare all'interno delle province tutte le specializzazioni, evitando quel pellegrinaggio che sono costretti a fare i cittadini delle province e parlo, in particolare, della provincia di Latina, venendo io da quella provincia. Condivido, pertanto, e mi auguro che lei possa portare avanti questo progetto di razionalizzazione e di compensazione, anche dei posti letto, di quelle specializzazioni che non si trovano nelle province. La provincia di Latina non ha posti per le persone in coma, non ha posti per i malati di Alzheimer, non ci sono posti di lunga degenza. E questa è un’assurdità che cittadini che pagano le tasse siano costretti a correre molte volte, quasi sempre, dietro a noi politici per andare ad elemosinare un posto nella capitale. Noi vogliamo che le Province possano avere la propria autonomia e debbono avere la propria autonomia sanitaria. Nella sua relazione su questo aspetto è stato preciso, quindi io voglio credere che lei porterà avanti questa esigenza, come l’esigenza dei pronto soccorso. In proposito, dobbiamo entrare nell'ottica che i Pronto soccorso siano il fiore all'occhiello degli ospedali e, quindi, mandarvi le migliori professionalità e non i ragazzi appena laureati che, ci mancherebbe altro, debbono lavorare ed integrarsi. Tuttavia, soprattutto nei periodi estivi, quando la popolazione, come ad esempio nella mia Provincia, arriva ad 1,5 milioni di abitanti, non deve succedere di trovare, nei pronto soccorso, ragazzi neolaureati, non ancora in grado di poter decidere cosa fare del paziente. Dobbiamo, allora, realmente mettere mani a questo sistema. Questo, però, può essere fatto, a mio avviso, solo se noi cambiamo la legge dei concorsi. Non è possibile che i medici vincano un concorso e, senza autorizzazione, con il solo nulla osta di un'altra ASL si possano spostare. Questo crea problemi alle Province, che finiscono per avere sempre una vacanza di posti per cui si fanno concorsi, vengono vinti e i vincitori, successivamente, si spostano. Nei pronto soccorso non vogliono rimanere perché, chiaramente, si fanno le turnazioni e si lavora molto di più e per questo bisogna intervenire con incentivi economici, anche nei pronto soccorso. Anche la differenziazione stipendiale deve prendere campo all'interno degli ospedali. Chi lavora nel reparto accettazione non può essere remunerato come chi opera, come chi si prende delle responsabilità. Così, certamente, potremo migliorare il livello sanitario della nostra Regione, della nostra Provincia, svolgere quel servizio per il quale siamo stati eletti. Quindi modificare anche la norma concorsuale, fare in modo che ci sia una presenza almeno di cinque anni, come è previsto per tutti i funzionari e dirigenti scelti con i concorsi pubblici, dopodiché i vincitori possono fare domanda e, per mezzo del nulla osta, essere trasferiti, non come avviene oggi. Come lei avrà già avuto modo di capire, questi sono cancri fondamentali della sanità, dal punto di vista del funzionamento. Allora, dobbiamo metterci mano, in qualità di Presidente della giunta lei deve intervenire per dare ancora più forza al suo assessore che lavora in questo settore, con le università, non è possibile che in questa Regione noi abbiamo difficoltà per alcune specializzazioni, parlo in particolare degli anestesisti, i quali, purtroppo, hanno anche un contratto nazionale a parte. Noi siamo sempre sotto organico perché le università non ampliano il numero degli iscritti in modo da poter consentire, nel tempo, una quota sufficiente di specializzati in questo settore. Queste sono cose importanti, cose serie a cui noi dobbiamo mettere mano realmente. Credo che su questi aspetti non debba esserci divisione politica, perché si lavora per creare una funzionalità degli ospedali, delle strutture sanitarie, decongestionare la Capitale e consentire anche alle province di avere dei servizi, e allo stesso tempo si decongestiona la Capitale anche da quelle persone che vengono fuori dalle province per avere una assistenza sanitaria. Lei ha parlato della provincia di Latina e della realizzazione del nuovo ospedale, è importantissima la realizzazione dell'ospedale del Golfo, io ne sono un promotore da sempre, ma non voglio che si faccia demagogia, rispetto a grossi progetti sul territorio, presentati in conferenza stampa, non da lei, su un’indicazione vecchia dell’architetto Renzo Piano e dell'allora ministro. Piuttosto, mi auguro che si faccia una struttura ospedaliera, per la quale sono state stanziate anche delle somme, ma non corrispondenti alle necessità per realizzare un ospedale. Infatti, sono stati stanziati circa 20 miliardi di vecchie lire per potere iniziare a ragionare sulla realizzazione di questo ospedale, che rappresenta una necessità, per fare in modo di dare certezze sanitarie ai cittadini e agli stessi professionisti della sanità, evitando che quella ASL continui ad avere delle emorragie di pazienti che si recano a sud della nostra provincia, in Campania, creando una scompenso anche economico alla ASL e alla Regione stessa. Assessore, richiamo la sua attenzione sulla necessità di procedere anche alla realizzazione di un nuovo ospedale a nord della provincia, il capoluogo, la città di Latina non può più andare avanti con la struttura che ha; che si faccia attraverso un progetto di finanza, che si faccia con finanziamenti pubblici, ma è impellente la realizzazione anche di questo ospedale, che consenta a bacini importanti, come la città di Aprilia, la quarta città del Lazio che non ha strutture sanitarie, di poter orbitare su questa struttura nuova, unitamente alla città di Cisterna, la sesta città della provincia di Latina, e di poter usufruire di una struttura sanitaria competente. Ebbene, se lei assessore riuscisse a portare avanti questa iniziative, avrà il mio voto, ma credo anche il voto degli altri, perché si parla di buona sanità. Credo, però, che difficilmente lei ci riuscirà, perché la politica su questo non ha colori, si trovano accordi, anche a discapito, purtroppo, della funzionalità delle strutture. In maniera molto corretta bisogna dirle queste cose, ci vuole coraggio nel farlo. Per quanto mi riguarda, se ciò che lei ha detto oggi in Aula, allorquando ha citato questo incarico a quelle cifre, mi dissocio da questo atteggiamento, da chi ha diretto le ASL. Chi dirige le ASL ha un dovere primario, quello di far funzionare e coordinare i servizi sanitari, non quello di trovare alchimie politiche per poi consentire parcelle di questo genere ma, soprattutto, evitare anche, come molte volte accade, di duplicare incarichi per la stessa attività, perché, ad esempio, un legale non va più bene. Allora, che si eviti anche questo atteggiamento. Credo, comunque, che la sanità in questa Regione, negli ultimi cinque anni, pur con grandi difficoltà, ha fatto dei passi avanti. Rispetto a quello che lei ha detto nella relazione, mi auguro che, se lei riuscirà ad attuare parte di quello che ha detto, si continuerà ad andare avanti. Io auspico che questo avvenga, non ritengo corretto, da una parte e dall'altra, parlare di ciò che si è fatto, chi ha finanziato, perché, se ogni cinque anni stiamo qui a guardare ciò che ha fatto il predecessore, noi non andremo mai avanti! Noi dobbiamo avere la capacità di lavorare rispetto a quello che è il vostro programma, che in alcuni aspetti può trovare anche la condivisione dell’intera Aula consiliare, se questa viene messa nelle condizioni di migliorare in maniera concreta, nei fatti, quelle norme che, purtroppo, oggi non consentono di realizzare interventi radicali in campo sanitario. L’ultimo punto, lei l’ha citato benissimo, è quello della diagnostica. Perché non funziona la diagnostica nel pubblico? Dobbiamo dirci, purtroppo, che anche lì non ci sono norme corrette e purtroppo anche qui dobbiamo denunciare che molte volte, all'interno degli ospedali, non si fa attività diagnostica perché troppe persone lavorano all'esterno con ditte private. Ci vuole il coraggio di denunciare anche questo, se vogliamo risolvere il problema. Altrimenti, non si capisce perché un privato riesca a fare 35, 38 prestazioni di TAC o risonanza al giorno e le strutture pubbliche riescono a farne 7, 8 o al massimo 9. Io non mi scandalizzo se iniziamo a pensare anche ad un sistema di esternalizzazione di alcuni servizi, che possono essere fatti anche da terzi, all'interno degli ospedali, ma sotto gestione e convenzione sanitaria delle ASL e della Regione, e fare in modo che in ospedale si faccia l’ospedalizzazione, che è importante. Lei ha anche parlato di telemedicina, lei avrà saputo che noi l’abbiamo fatta applicare, nella nostra provincia, alle isole, e dà effettivamente dei risultati. Ci sono alcune cose positive che devono essere messe in campo, che la passata Giunta ha cercato di mettere in campo. Poi, ripeto, per tutta la discontinuità, quelle cose negative, anche su quella delibera credo che debba intervenire il nostro collega Verzaschi, che ha gestito la sanità, e darci delle spiegazioni in merito a ciò che lei ci ha detto. Se questo è vero, è veramente qualcosa di mortificante per chi ha dato l’appoggio a quella conduzione sanitaria. Io vi ringrazio e concludo, perché davvero non ce la faccio. Voglio dirvi che, se si fa e se si è intenzionati a fare una sanità vera, che modifichi le normative e che ci consente realmente di dare qualità professionale e migliorare i servizi, questa non ha colorazione politica. I programmi possono essere diversi, ma il traguardo è comune a tutti, quello di migliorare la qualità dei servizi e creare le condizioni, affinché i cittadini possano avere un servizio sanitario, il più efficiente possibile. Grazie.